Maschere: oggi sono identità di me, disconoscendo il volto che confina la figura, perso in rive infinite riversate nella piena di una moltitudine di essenze.
Non tutti i giorni l’ispirazione si posa nel mio letto furtiva; ingenerosa disdegna la mia premura, ossessione di un bacio, di un avvolgersi soffuso nelle lenzuola trasparenti di desiderio e di forma. Capriccio eccentrico, piuma di pavone, si offre in stanze concentriche di seduzione che ho disegnato per lei.
Tutto in me l’accoglie, candelabro nella notte, lume di candela; tutto rimane acceso nell’attesa, più dolce di una comparsa, mistificante, sacrilega. E lei si ripresenta mutata dalle stagioni del mio tempo, sconosciuta, ventaglio di volti, occasione perduta. Immagine senza verbo mi ripropongo nel delirio sofferto di sentirla arrivare. (C.Falaguasta) |
"Aprile è il mese più crudele,generando lillà dalla terra morta, mischiando memoria e desiderio, eccitando spente radici con pioggia di primavera. |
L'inverno ci tiene caldi, coprendo la terra di neve smemorata, nutrendo una piccola vita con tuberi secchi." (T.S.Eliot) |
L'URLO Ho visto le menti migliori della mia generazione distrutte dalla pazzia, affamate nude isteriche, trascinarsi per strade di negri all'alba in cerca di droga rabbiosa, hipsters dal capo d'angelo ardenti per l'antico contatto celeste con la dinamo stellata nel macchinario della notte, che in miseria e stracci e occhi infossati stavano su partiti a fumare nel buio soprannaturale di soffitte a acqua fredda fluttuando sulla città contemplando jazz, che mostravano il cervello al Cielo sotto la Elevated e vedevano angeli Maomettani illuminati barcollanti su tetti di casermette... |
che passavano per le università con freddi occhi radiosi allucinati di Arkansas e tragedie blakiane fra gli eruditi della guerra, che venivano espulsi dalle accademie come pazzi e per aver pubblicato odi oscene sulle finestre del teschio, che si accucciavano in mutande in stanze non sbarbate, bruciando denaro nella spazzatura e ascoltando il Terrore attraverso il muro [...] (A.Ginsberg) |
Nel disegno "a penna", ad inchiostro, come nella vita, si trascinano spesso "in avanti" gli errori commessi. Tuttavia non di rado accade che queste impercettibile variabili, questi stessi errori, non sembrino affatto stonare con il contesto finale. Questo fa di ciascuno di noi un'opera d'arte ed apre spazio al naturale concetto di "tolleranza".
Essere donna è una menomazione naturale della quale tutti si fanno una ragione. Essere uomo è un'illusione e una violenza che giustifica e privilegia qualsiasi cosa. |
Qualcosa in me rabbrividisce; dev'essere l'anima (T.B.Jelloun) |
Rosso: anima del mio sguardo, ritratto della vicinanza del calore che avvampa, fuoco d’ellisse di un contorno spoglio; nudo d’inverno, riflesso di un pieno d’ombre, arcuato di follia.
Rosso d’acino: abbeverato di sangue, di circostanze d’amore esplicate nel gesto di un momento. Rubato alla terra, rovesciato, vinto. Drappeggio di sciarpe d’acrilico e calore, estasi subitanea di mani aggrovigliate nella tragedia del gesto, maschera di scherno, ironia. Rosso nel pensiero “umano, tropo umano”, inferno, abisso di parole. (C.Falaguasta)
Rosso d’acino: abbeverato di sangue, di circostanze d’amore esplicate nel gesto di un momento. Rubato alla terra, rovesciato, vinto. Drappeggio di sciarpe d’acrilico e calore, estasi subitanea di mani aggrovigliate nella tragedia del gesto, maschera di scherno, ironia. Rosso nel pensiero “umano, tropo umano”, inferno, abisso di parole. (C.Falaguasta)
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